martedì, 23 Settembre 2025 – 5 minuti

I 7 errori da evitare nei sito web aziendali nel 2025

Dopo anni a sistemare siti web aziendali che non funzionavano, ho iniziato a riconoscere un pattern. Le stesse aziende che si lamentano di non ricevere contatti dal loro sito commettono sempre gli stessi identici errori. E quando glielo faccio notare, la prima reazione è sempre la stessa: “Ma il nostro sito è bellissimo!”

Ecco il primo problema: confondere l’estetica con l’efficacia.

Il Mito del Sito Bello

Ti faccio una domanda semplice: preferisci un sito che fa i complimenti o un sito che ti fa guadagnare? Perché nella mia esperienza, raramente coincidono.

Ho visto siti da 15.000 euro con animazioni da film della Pixar che in due anni hanno generato tre contatti. Tre. E tutti e tre erano parenti del titolare che volevano fare i complimenti per il sito nuovo.

Il tuo sito web non è un’opera d’arte da ammirare. È uno strumento di lavoro che deve produrre risultati concreti. Se dopo un anno non riesci a quantificare il ritorno dell’investimento, hai sbagliato approccio.

L’estetica serve a supportare la funzione, non a sostituirla.

Mobile: La Realtà che Non Vuoi Accettare

“I nostri clienti sono professionisti, usano il computer.” Questa frase me la sono sentita dire almeno cento volte. E ogni volta ho dovuto mostrare i dati di Google Analytics per dimostrare che anche i CEO delle multinazionali cercano fornitori dal telefono mentre aspettano il treno.

Nel 2025, se il tuo sito non funziona perfettamente su mobile, stai deliberatamente ignorando l’80% del tuo mercato potenziale. È come decidere di chiudere il negozio quattro giorni su cinque.

E no, non basta che “si veda”. Deve funzionare esattamente come su desktop. Bottoni facilmente cliccabili, testi leggibili senza zoom, form che si compilano senza bestemmie. Il mobile-first non è una moda, è una necessità di sopravvivenza.

L’Errore Dell’Ego: Quando Tu Sei il Protagonista

Ogni volta che leggo una homepage che inizia con “Siamo un’azienda leader nel settore da 30 anni”, so già che quel sito non converte. I tuoi clienti non si svegliano la mattina pensando a quanto sei bravo tu. Si svegliano pensando ai loro problemi.

Ho trasformato completamente le performance di un sito semplicemente spostando il focus. Invece di parlare della loro “esperienza trentennale nel settore”, abbiamo iniziato con “Riduciamo i tuoi costi logistici del 40%”. Stesso servizio, stessa azienda, ma ora parliamo di quello che interessa davvero al cliente: il suo vantaggio.

La regola è semplice: ogni frase del tuo sito deve rispondere alla domanda “E quindi?”. Se non riesci a rispondere, quella frase non serve.

Velocità: Il Fattore che Sottovaluti

Se il tuo sito impiega più di tre secondi a caricarsi, stai perdendo clienti prima ancora che vedano cosa fai. Non è un’opinione, è matematica pura. Ogni secondo di ritardo costa il 16% dei visitatori.

E prima che tu mi dica “da me carica veloce”, sappi che questo è l’errore più comune. Ovvio che da te carica veloce: hai la fibra aziendale e il sito già in cache nel browser. Il tuo cliente medio naviga con il 4G del centro commerciale usando uno smartphone di tre anni fa.

Ho visto siti con homepage da 8MB. Otto megabyte per una pagina web nel 2025. È come pretendere che la gente ti aspetti mentre scarichi un film prima di vedere il tuo biglietto da visita.

Un sito lento non è solo fastidioso: Google lo penalizza nei risultati di ricerca. Stai letteralmente pagando per essere invisibile.

SEO: L’Arte di Esistere Online

“Noi non abbiamo bisogno di SEO, i nostri clienti ci conoscono già.” Perfetto, allora perché hai fatto un sito? Potevi tenere il depliant di carta.

Se non appari su Google per le parole chiave del tuo settore, semplicemente non esisti. È come avere il migliore ristorante del mondo in una strada senza segnaletica. Nessuno ti troverà mai per caso.

La SEO non è magia nera. È dare a Google quello che vuole: contenuti utili, struttura logica, velocità di caricamento, esperienza utente ottimale. Ma richiede competenza, tempo e pazienza. Non è qualcosa che si improvvisa nel weekend.

Ho visto aziende spendere 50.000 euro in pubblicità su Google Ads perché “la SEO è troppo complicata”. Invece di investire 5.000 euro una tantum per posizionarsi organicamente per anni.

Content: Quando Meno È Davvero Di Più

“Mettiamo tutto nel sito, così i clienti hanno tutte le informazioni.” Sbagliato. Troppe informazioni paralizzano la decisione. Il paradosso della scelta non è una teoria, è un dato di fatto neuroscientifico.

Il tuo sito non deve essere un’enciclopedia del tuo settore. Deve guidare il visitatore verso un’azione specifica: chiamarti, scriverti, richiedere un preventivo. Ogni elemento che non contribuisce a questo obiettivo è rumore che riduce le conversioni.

Call-to-Action: L’Arte di Farsi Scegliere

“Contattaci per maggiori informazioni” non è una call-to-action. È una richiesta generica che non promette niente in cambio del tempo dell’utente.

Una buona call-to-action dice esattamente cosa succede e perché conviene farlo. “Richiedi la tua consulenza gratuita di 30 minuti” è infinitamente più efficace di “Contattaci”. La prima promette un vantaggio concreto, la seconda è vaga come un oroscopo.

E no, non puoi mettere dieci call-to-action diverse nella stessa pagina. Se tutto è importante, niente è importante. Scegli un’azione principale e guida il visitatore verso quella.

La Verità che Non Vuoi Sentire

Il tuo sito attuale probabilmente non funziona perché è stato progettato male. Non per cattiva fede, ma per mancanza di metodo. La maggior parte dei “web designer” progetta siti come se fossero poster: belli da guardare ma inutili per il business.

Un sito che converte nasce dalla strategia, non dall’ispirazione. Richiede ricerca di mercato, analisi dei competitor, studio del target, test di usabilità. Il design viene dopo, non prima.

Se il tuo sito ha più di due anni e non ti porta contatti, è ora di fare qualcosa. Non un restyling estetico, ma una ricostruzione strategica basata sui dati e sugli obiettivi di business.

Perché io posso darti un sito che funziona davvero. Non perché sono più bravo degli altri, ma perché seguo un metodo testato che parte dai risultati che vuoi ottenere e costruisce tutto il resto di conseguenza.

La scelta è tua: continuare a pagare per un museo digitale o iniziare a investire in uno strumento di business che produce risultati misurabili.